Case green: Ostacoli e incertezze
Il negoziato finale per l’approvazione della direttiva europea sulle case green (EPBD, Energy performance of buildings directive) è in corso. Dopo l’approvazione del Parlamento europeo lo scorso marzo, si sono tenuti il primo trilogo il 6 giugno e un secondo incontro formale tra i rappresentanti del Parlamento, del Consiglio e della Commissione per raggiungere un accordo su un testo condiviso che si terrà il prossimo 31 agosto. Tuttavia, questo arco di tempo sembra evidenziare le difficoltà nel raggiungere un accordo rapido.
Nel mese di luglio, si svolgeranno ulteriori incontri tecnici per cercare di ridurre le differenze e le norme potrebbero subire importanti cambiamenti. L’intenzione iniziale era di chiudere l’accordo entro la fine della presidenza di turno svedese a fine giugno, ma è chiaro che ciò non avverrà. Dalla fine di luglio fino alla fine dell’anno, la presidenza passerà alla Spagna, a cui è già stato consegnato il dossier, e si prevede che le trattative continueranno.
Durante il primo incontro, si è prestata particolare attenzione agli articoli da 20 a 24 e all’allegato VI della direttiva. Si è discusso di ispezioni periodiche degli impianti di riscaldamento, ventilazione e condizionamento, dei rapporti di ispezione, degli esperti indipendenti e dei sistemi di certificazione dei professionisti dell’edilizia. Tuttavia, non si è raggiunto un completo accordo su queste norme.
La trattativa sembra procedere con difficoltà e i dubbi del Partito popolare europeo sulle politiche legate all’efficienza energetica non aiutano. L’obiettivo rimane la chiusura dell’accordo, anche se i tempi rimangono incerti.
La direttiva europea sulle case green prevede che entro il 2030 gli edifici residenziali raggiungano almeno la classe di prestazione energetica E, e entro il 2033 raggiungano la classe D. Gli edifici non residenziali e pubblici dovranno raggiungere le stesse classi energetiche rispettivamente entro il 2027 e il 2030. Inoltre, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028, con una scadenza anticipata al 2026 per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche.
Fonte: Idealista.it